Movimento dei lavoratori e sinistra in Paraguay
Peter Lambert
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Molte di queste caratteristiche sono rappresentate dalla
figura di Lino Oviedo [1], la cui spettacolare ascesa militare e
politica sotto i Presidenti Rodriguez (1989-1993) e Wasmosy (1993-1998) lo ha
reso temporaneamente il politico più popolare del Paraguay, e tuttora una forza
politica significativa in Paraguay dal suo esilio brasiliano. Mentre la sua
ascesa al potere era in parte basata sul supporto ricevuto da parte sia del Partido
Colorado sia dei militari, e l’accesso a risorse di stato, la sua vasta
popolarità era basata su di una estensione del tradizionale populismo Colorado
tra i settori popolari. Un discorso pro-contadino, basato sul nazionalismo, la
riforma agraria, la sua conoscenza della tekò contadina e la sua pretesa
di costituire la salvaguardia della sovranità nazionale in tempi di crisi
economica e sociale, ha messo Oviedo, un populista autoritario, in grado di
presentarsi come il nuovo Messiah, un cacique dei nullatenenti,
appropriandosi ed adattando elementi di discorsi Colorado e di sinistra,
come diritti umani, riforma agraria ed anti-imperialismo.
3. L’ascesa dei Movimenti Sociali dal 1989
Se la sinistra ha avuto scarsi risultati dal 1989, i
movimenti sociali sono stati moderatamente più positivi nella transizione. Sono
entrati nella transizione deboli, frammentati e disorganizzati, ma l’inizio
della transizione era anche accompagnato da uno sgorgare di istanze popolari a
lungo represse, che ha condotto ad una pletora di scioperi, invasione di terre,
conflitti del lavoro e organizzazione popolare. Tuttavia, è divenuto presto
chiaro che la transizione non avrebbe necessariamente portato gli sperati cambi
sociali ed economici, che c’era uno iato tra le istanze delle organizzazioni
sociali e quelle dei partiti politici, e che governi successivi si sarebbero
fermamente alleati con gli interessi dei latifondisti e del business
(Fogel, 1997, Riquelme & Rodriguez, 2002).
Con il progredire della transizione, le richieste del
movimento contadino crebbero dall’aspetto settoriale (riforma agraria, credito
e sussidi) a più ampi temi come l’opposizione alla privatizzazione, l’anti-neoliberismo,
il ritiro dal Mercosur, la riforma della sanità, dell’educazione e dei
servizi sociali. Questo ha anche condotto a tentativi di superare la disunione
organizzativa e la frammentazione per mezzo di federazioni ombrello. Nel 1994 le
principali organizzazioni contadine formarono la Mesa Coordinadora Nacional
de Organizaciones Campesinas (MCNOC) che supervisionò la prima (e di grande
successo) marcia contadina su Asunciòn per portare le richieste di riforma
agraria. Questo a sua volta ha portato alla creazione della prima alleanza tra
sindacati ed organizzazioni contadine, il Congresso Unitario, che organizzò il
primo (e solo) sciopero generale di successo della transizione. Tuttavia, l’unità
ebbe vita breve; il Congresso Unitario presto si ruppe, mentre nel 1998 alcune
organizzazioni contadine lasciarono il MCNOC per formare la Federaciòn
Nacional de Campesinos (FNC) - che porta avanti richieste e strategie quasi
identiche.
Questa mancanza di unità si è riflessa anche sul movimento
sindacale. Un improvviso fiorire di attività organizzativa a seguito della
caduta di Stroessner non fu capace di sostenersi e fu seguito da divisioni tra
federazioni sindacali. Per il 1996, queste ammontarono a cinque, in un paese ove
solo il 7% dell’EAP, cioè 175,000 lavoratori, sono sindacalizzati [2]. Tale frammentazione era dovuta meno a differenze ideologiche che a
differenze di personalità, struttura e strategia. Combinata con l’inefficacia
ed il fazionalismo interno, questa ha condotto ad un processo di declino
manifestatosi nella mancanza di adesioni agli scioperi generali.
Verso la fine degli anni 90 i movimenti sociali permanevano
divisi in una molteplicità di organizzazioni diverse, generalmente disperse e
non coordinate, che tendevano a mobilitarsi attorno alle proprie specifiche
domande, ed erano spesso divise lungo linee personali piuttosto che ideologiche.
In più, malgrado alcune lotte protratte e ben organizzate, poche conquiste
concrete erano state ottenute, specialmente in termini di riforma agraria, che
non figurava nemmeno più nei manifesti delle principali opposizioni politiche
(Riquelme & Rodriguez, 2002).
Tuttavia, da el Marzo Paraguayo del 1999, che fu
percepito fino ad un certo punto come una vittoria di elementi della società
civile [3], è venuta fuori una organizzazione dei movimenti
popolari più unificata, che protesta contro un’ampia varietà di questioni,
dalla corruzione e l’impunità alla privatizzazione, gli aumenti delle tasse e
la riforma dello stato. Concretamente questo è avvenuto nella forma di due
organizzazioni ombrello, il Frente Nacional de Defensa de los Bienes
Pùblicos y el Patrimonio Nacional (composto di vari sindacati compresa la
contadina FNC) e la Plenaria Popular Permanente (composta di sindacati,
movimenti indipendenti della società civile, studenti, organizzazioni
non-governative ed il MCNON). A seguito di riuscite mobilitazioni contro il
governo sia della FNC sia del MCNON, queste si misero insieme nel Maggio 2002
nel Congress Democràtico del Pueblo, che rappresenta il più vasto e
più vario movimento sociale della transizione (Palau, 2002).
Le richieste del CDP erano vaste e radicali, concentrandosi
sulla sconfitta di una larga parte delle proposte governative che includevano la
legislazione antiterrorismo, un incremento dell’imposta sul valore aggiunto
delle produzioni agricole, la privatizzazione (specificamente della compagnia
telefonica di stato COPACO e di alcune strade), la riforma del settore bancario
pubblico, e venivano anche proposte misure contro la corruzione rampante. A
seguito di una strategia nazionale di marce e di blocchi stradali nel maggio
2002, il governo accettò tutte le richieste di questa organizzazione eccetto la
privatizzazione della COPACO. Ulteriori proteste e la minaccia di enormi
proteste convergenti su Asunciòn condussero il governo alla capitolazione.
Malgrado pressioni dell’IMF (ed il bisogno di un accordo stand by di
$70milioni) sospese i piani di privatizzazione indefinitamente. Ciò fu seguito
da continue, diffuse dimostrazioni contro il governo per i mesi successivi,
culminate in una dimostrazione a settembre contro la proposta del governo di
incrementare i prezzi dell’acqua, del carburante e l’imposta sul valore
aggiunto, in uno sforzo di assicurarsi un piano di salvataggio IMF di $200
milioni [4]. Con le proteste che avevano portato il paese all’immobilità,
il Congresso bloccò il pacchetto di misure, in quello che fu visto come un’ulteriore
conferma del nuovo potere delle organizzazioni della società civile e di chi
protestava contro il governo.
Tuttavia, mentre questi eventi senza dubbio riflettevano la
forza crescente della società civile organizzata, come mai in Paraguay, vi era
negli eventi più di quello che l’occhio poteva vedere. Le dimostrazioni da
maggio a settembre erano appoggiate, e persino orchestrate secondo alcuni, da
Lino Oviedo ed il suo partito UNACE, apparentemente in un tentativo di
de-stabilizzare il paese e forzare il presidente a dimettersi [5]. Inoltre una delle
richieste centrali del movimento era la sospensione della privatizzazione.
Eppure il settore statale con i suoi 200,000 è un bastione altamente
politicizzato di appoggio al Partido Colorado. Molta della spiegazione
per il passo lento delle privatizzazioni dal 1989 è dovuta al rifiuto del Partido
Colorado di abbandonare il controllo di quello che è un fondamentale
serbatoio di supporto elettorale. Così, piuttosto che un sollevamento spontaneo
della società civile, sembrerebbe che ci sia stato qualche grado di
coinvolgimento finanziario e organizzativo sia dell’UNACE sia del Partido
Colorado, una spiegazione sorretta dal susseguente collasso del CDP.
4. Le Elezioni del 2003 e la presidenza di Nicanor Duarte Frutos
Le elezioni legislative e presidenziali del 2003 furono
tenute nel contesto di un Partido Colorado al potere da 55 anni, i cui
governi post-transizione erano stati dispotici al loro peggio, corrotti ed
inefficienti al loro meglio. Esse vennero alla fine della più inetta
amministrazione Colorado dal 1989, con il Paraguay di fronte ad una crisi
economica e politica senza precedenti, sotto un presidente altamente impopolare
e apparentemente corrotto. Vennero anche tenute meno di un anno dopo i
significativi successi dei movimenti sociali raggruppati nella CDP.
Con i partiti di opposizione PLRA e PPQ incapaci di unirsi il
Partido Colorado, sotto Nicanor Duarte Frutos, ancora una volta emerse
vittorioso con un margine del 13% [6]. Al centro-sinistra, la lista dell’ex-sindaco
di Asunciòn Paìs Solidario ottenne il 4% dei voti, ancora una volta non
riuscendo ad ottenere appoggio fuori Asunciòn. L’apertamente di sinistra Izquierda
Unida, una vasta alleanza di partiti politici, organizzazioni contadine e di
comunità [7] non riuscì
a ricevere abbastanza voti per ottenere una rappresentanza né nel Congresso né
al Senato, con il proprio candidato presidenziale, Tomàs Zayas, che prese lo
0.3% del voto. L’unico successo della sinistra è stato l’elezione di
Estanislao Martìnez, il precedente segretario della Organizaciòn Nacional
Campesina (ONAC) come senatore PPQ. Comunque, il generale fallimento della
sinistra politica ha ancora una volta sottolineato la sua debolezza, mancanza di
unità e di risonanza tra la maggioranza in termini di politica
istituzionalizzata.
Però la vittoria di Nicanor Duarte Frutos potrebbe non
essere stata semplicemente un altra vittoria per il Partido Colorado, né
significa necessariamente la continuazione del malgoverno Colorado. Nella
sua campagna elettorale Duarte ha cercato di distanziarsi dalle precedenti
amministrazioni Colorado, criticando sia la dittatura di Stroessner, sia
la elite politica e la corruzione dei governi Colorado, dando enfasi
invece alla propria professionalità, efficienza ed onestà nel suo ruolo
precedente di Ministro della Pubblica Istruzione. È ancora più importante che
la sua piattaforma non solo riflettesse le sue radici contadine e la sua
comprensione della tekò, ma andasse oltre la tradizionale retorica
nazionalista e populista per concentrarsi su questioni tradizionalmente
associate con la sinistra: misure di alleviamento della povertà, riforma
agraria integrata, riforma democratica dello stato, misure per combattere la
corruzione specialmente tra i settori privilegiati, ed opposizione al
neoliberalismo [8]. Addirittura, tra tutti i candidati,
egli rispondeva più efficacemente alle richieste del CDP dell’anno
precedente, specialmente se si guarda al suo rigetto della privatizzazione, che:
“basandosi su ricette straniere o i così detti
aggiustamenti strutturali, ha generato povertà tra i popoli dell’America
Latina e arricchimento delle elite politiche e del business” (LASCR 1/7/03
p.3).
In questo senso Duarte ha sfruttato le debolezza ideologica
delle opposizioni e la debolezza strategica della sinistra politica per assumere
un manto di cambio progressivo, un risultato significativo per un rappresentante
del partito al potere dal 1946. Se si tratti semplicemente di vuota retorica
rimane da vedere, ma riflette in ogni caso la crescente influenza sulla politica
istituzionalizzata della sinistra sociale.
5. Conclusioni: Una Sinistra Invisibile?
Il Paraguay è ingolfato in una crisi sociale, economica e
politica almeno dal 1996.
In un contesto di crisi economica crescente il GDP pro capite
è sceso ogni anno da allora ed in totale di più del 50% (LASCR 27/5/03:3). I
livelli di povertà crescente significano che più del 60% della popolazione
vive in povertà, con un 20% in estrema povertà (FT 1/803 p.17), mentre il
Paraguay ha il dubbio onore di essere il più corrotto ed ineguale paese dell’America
Latina [9]. Questa combinazione di povertà strutturale, ineguaglianza,
corruzione, crisi e governo di un solo partito avrebbe dovuto essere terreno
fertile per una crescita della sinistra.
Invece, per le ragioni spiegate sopra il Partido Colorado
è riuscito ad adattarsi con destrezza alla politica con elezioni democratiche e
mantenere la sua presa sul potere politico. I partiti di opposizione hanno
mancato di sfruttare i fallimenti di amministrazioni corrotte, e rimangono
organizzazioni elitarie, top-down, che promuovono personalità prima di proporre
politiche, e con la ricerca di un gradimento quanto più ampio possibile a
scapito della coesione ideologica, con poca risonanza popolare. Senza un partito
nazionale che sia cresciuto dai lavoratori, o dai contadini, o dai movimenti
sociali [10], la sinistra politica rimane dispersa tra i maggiori partiti, mentre
partiti apertamente di sinistra hanno impatto elettorale minimo. Questo ha
condotto ad una profonda disillusione sia con il funzionamento della transizione
sia con il funzionamento della democrazia in genere [11], ed è riflessa nell’ascesa di un populismo autoritario nella
figura di Lino Oviedo.
Tuttavia, il fallimento dell’opposizione politica non
implica il fallimento della sinistra in senso generale. A seguito di una lento,
ineguale e difficile crescita in termini di importanza, impatto, popolarità e
risultati, dal 1989 i movimenti sociali hanno allargato il loro raggio di
azione, il loro gradimento, affiliazione ed istanze, rappresentando una sinistra
sociale distinta da, stanca di e meno frammentata della sinistra politica. In
questo senso i movimenti sociali possono pure essere divorziati dal sistema
politico, ma sono altamente coinvolti nella politica, riflettendo una storica
divisione tra politica istituzionalizzata e domande popolari (Medina, 1997).
Essi sono anche riusciti ad influenzare sia l’attuazione delle politiche (il
successo delle proteste del 2002) e le campagne politiche (il programma e la
retorica elettorale di Duarte) in un grado che non ha paragoni durante la
transizione e la storia del Paraguay in genere.
La sinistra in Paraguay ha sofferto di cattiva
organizzazione, una mancanza di gradimento popolare, errori strategici,
repressione, e la natura particolare della politica paraguayana. Di conseguenza,
manca della traiettoria storica, della organizzazione politica e del potere di
molte delle sinistre dei paesi confinanti. Tuttavia, se pure è dispersa,
frammentata e senza potere politico diretto, la recente crescita, influenza ed
organizzazione dei movimenti sociali, offre un grado di speranza per il futuro e
riflette il fatto che almeno in un senso generale, la sinistra in Paraguay è
lontana dall’invisibilità
Bibliografia
Abente-Brun, D (1999) “People Power in Paraguay”
Journal of Democracy 10 (3), pp.93-100
Arditi, B & Rodríguez, JC (1987) La Sociedad a Pesar
del Estado, El Lector, Asunción
Arditi, B. (1992) Adiós a Stroessner: La Reconstrucción
de la Política en el Paraguay. Asunción, CDE.
Fogel, R (1997) “The Peasantry” in Lambert, P &
Nickson (eds), AR The Transition to Democracy in Paraguay, MacMillan, London,
pp.97-105
Lambert, P (1996) “Mechanisms of Control: The Stroessner
Regime in Paraguay” in Fowler, W (ed) Authoritarianism in Latin America
since Independence, Greenwood Press, Westport CT, pp93-108..
Lambert, P (2000) A Decade of Electoral Democracy:
Continuity, Change and Crisis in Paraguay”, Bulletin of Latin American
Research 19, pp.379-396
Nickson, RA (1993) Historical Dictionary of Paraguay,
Scarecrow Press, London
Medina, R (1997) “The Left” in Lambert, P & Nickson
AR (eds), The Transition to Democracy in Paraguay, MacMillan, London, pp.72-86
O’Donnell, G. and Schmitter, P (1986) Transitions from
Authoritarian Rule: Tentative Conclusions about Uncertain Democracies
Baltimore, Johns Hopkins Press.
Palau, T (2002) “Paraguay en transición: La política, o
de cómo marchitar las esperanzas” in Acción, No.228, Centro de Estudios
Paraguayos, pp3-17
Riquelme, Q & Rodríguez, M (2002) “Las Luchas
Campesinas” in Acción, No. 226, Centro de Estudios Paraguayos, pp.16-30
Periodicals
Informativo Campesino is a monthly publication by the
Centro de Documentación y Estudios (CDE), Asunción. Individual references
are given in the text
Informativo Laboral is a monthly publication by the Centro
de Documentación y Estudios (CDE), Asunción. Individual references are given
in the text
Latin American Southern Cone Report (LASCR) is a weekly
publication. Individual references are given in the text.
[1] Per un completo resoconto dell’ascesa al potere di Lino
Oviedo, vedi Lambert 2000 e Palau 2002.
[2] Queste
erano la CUT (Central Unitaria de Trabajadores), la CNT (Confederaciòn
Nacional de Trabajadores), la CPT (Confederaciòn Paraguaya de
Trabajadores), la CUT-A (Central Unitaria de Trabajadores - Auténtico),
la CESITEP (Central Sindical de Trabajadores del Estado), la CGT (Confederaciòn
General de Trabajadores) e la COC-P (Coordinadora Obrera Campesina y
Popular), sebbene il numero di membri dei sindacati non sia cresciuto dal
1996.
[3] Il Marzo Paraguayo si riferisce ad eventi avvenuti tra il 24 ed il 28
Marzo 1999, cominciati con l’assassinio del Vice-Presidente Luìs Marìa
Argana, continuati con scontri nelle strade ad Asunciòn con i civili a difesa
del Congresso contro quello che era percepito come un tentato colpo di stato da
parte di Lino Oviedo, e finiti con l’impeachment del Presidente Cubas e l’esilio
sia del Presidente sia di Lino Oviedo. Per un resoconto più dettagliato si veda
Ultima Hora (1999) Dìas de Gloria, Asunciòn, Editorial El Paìs
ed Abente - Brun 1999.
[4] Il pacchetto del governo includeva un incremento del 25% del prezzo del
carburante, un aumento del 20% del prezzo dell’acqua, un 40% di incremento
dell’IVA, ed un incremento dei contributi pensionistici per il pubblico
impiego. Enormi proteste di oltre 30 organizzazioni di produttori e della
società civile forzarono il Congresso a ritirare parte della legislazione agli
inizi di ottobre.
[5] Se il presidente
Gonzàlez si fosse dimesso, il vice-presidente Julio Cèsar Franco avrebbe
assunto la presidenza. Franco, del PLRA, era stato eletto vice-presidente per
pochi voti nel 2000 con l’appoggio di Oviedo e del suo partito, l’UNACE.
Oviedo sperava che come presidente Franco ritirasse le accuse verso di lui per
lasciarlo tornare alla vita politica del Paraguay.
[6] Il Partido Colorado ha avuto il 37%,
il PLRA il 24%, l’MPQ il 21% e l’UNACE, il partito di Lino Oviedo, il 14 %.
Nessun altro partito ha registrato risultati sopra il 10%. Per i risultati
completi di tutte le elezioni nel Paraguay post-1989, si veda
http//elecciones.pyglobal.com.
[7] Questi includevano il Partido Patria Libre (PPL), il Partito
dei Lavoratori (PT), il Partito Comunista (PCP), il Partito Socialista (PSP),
più di venti organizzazioni contadine, organizzazioni di vicinato ed il
movimento indigeno, Movimiento Indìgena 19 de Abril (M19).
[8] Specificamente, promise di eliminare la corruzione dal servizio
doganale e dall’Instituto de Previsiòn Social, e di alzare la raccolta
di tasse del 35% (si veda LASCR 11/3/03).
[9] Nel 2002 il Paraguay è stato messo al terzo posto nella Transparency
International Corruption Perceptions Index, dietro alla Nigeria ed al Bangladesh
(LASCR 3/10/02).
[10] APT nel 1991 potrebbe costituire una eccezione, ma era limitata ad una
base che comprendeva solo Asunciòn e non il livello nazionale, che si è
riflessa nel fallimento della creazione di una opposizione nazionale nel
1993.
[11] Secondo il Latinobarometro
i Paraguayani mostrano un alto livello di supporto potenziale per l’autoritarismo
come forma di governo (il doppio della media latinoamericana) ed un basso
livello di supporto (sotto il 50% per la democrazia. Si veda The Economist
17/8/2003.