L’evoluzione della comunicazione al cittadino; dai media tradizionali ai sistemi multimediali
Maria Rosaria Del Ciello
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3. Conclusioni
La società del 2000 si caratterizza per una forte prevalenza
dei servizi che, secondo le previsioni, raggiungeranno presto nei maggiori paesi
industrializzati livelli che potrebbero aggirarsi sul 70% e più dell’occupazione
totale: milioni di giovani stanno già subendo gli effetti del profondo cambiamento
tecnologico, economico e sociale che tutto ciò comporta.
La tendenza delle economie occidentali (USA ed Europa) a sperimentare
un crescente ruolo del settore dei servizi, rispetto all’industria e all’agricoltura,
nella formazione del proprio prodotto nazionale è un fenomeno in atto sin dagli
anni ‘70. Tale tendenza si è rafforzata negli ultimi 30 anni tanto è vero che
negli anni 80-90 più dell’80% della crescita del PIL statunitense e più del
77% della crescita del PIL britannico sono stati generati dal settore dei servizi.
I fattori tecnologici hanno, infatti, assunto, in questi ultimi
anni, e vanno assumendo un rilievo strategico del tutto nuovo, tanto da poter
dire che se la forma economica è il mercato la forma tecnologica è la rete [1].
Anche il mercato dell’informazione partecipa a questa ondata
di cambiamenti e, come era logico dedurre, non ne esce immune.
C’è sicuramente un lento ma graduale spostamento dell’editoria
verso forme che prediligono l’informatica e la multimedialità, anche se le cifre
descrivono un fenomeno ancora al di là dall’essere generalizzato. Anzi, quello
che spesso emerge è una forte discriminazione culturale delle nuove forme di
trasmissione delle informazioni; questo perché la tecnologia va troppo veloce
rispetto alla capacità di apprendimento dei singoli, ma anche e soprattutto
rispetto alla capacità di assimilazione di certi strumenti come normali all’interno
delle proprie abitudini di vita. E’ importante che l’evoluzione dei processi
in atto non conduca a creare accanto ad una élite ristretta, a cui è riservata
la produzione e la fruizione della “cultura”, una grande massa a cui verranno
invece destinati quei messaggi informativi, comunicativi e culturali che saranno
decisi esclusivamente dalle grandi imprese e dai pochi monopoli esistenti.
Comunque l’editoria on-line assumerà un ruolo realmente importante,
anche dal punto di vista del rastrellamento pubblicitario, quando si saranno
veramente realizzate forme avanzate di integrazione con i media tradizionali
(TV e radio) e con la stessa gamma dei prodotti off-line (cd-rom e prodotti
per uso professionale o didattico).
Qualunque analisi sul futuro non può, però, prescindere dai
processi di convergenza attualmente in atto e che si stanno realizzando su diversi
fronti.
Innanzitutto a livello industriale ed economico con l’integrazione
verticale e orizzontale delle imprese interessate al settore della comunicazione.
L’altro livello interessato dai processi di convergenza riguarda i nuovi media
ed i fruitori: le nuove tecnologie non sradicano quelle precedenti ma, al contrario,
si integrano reciprocamente. Quindi non muterà l’intero scenario dell’informazione
mondiale: occorrerà però ricorrere a strumenti tecnologici e cognitivi più o
meno nuovi in mutate condizioni industriali per offrire il prodotto “informazione”
non molto dissimile da quello che conosciamo da sempre.
Il futuro dell’informatica sembrerebbe inoltre consistere nella
fine dell’era del personal computer. Ciò non significherebbe la scomparsa del
PC dal mercato ma solo la fine del suo ruolo centrale in favore di nuovi paradigmi
basati sulla massificazione della telematica. Il futuro, infatti, dovrebbe essere
caratterizzato dalle modalità di connessione e da come si affronteranno nei
prossimi business le risorse online. Tutto ciò non sarà guidato dai PC ma dal
world wide web [2]. Si calcola, infatti, che nel 2005 il mercato
dei “cable modem” - cioè degli apparecchi che consentiranno di integrare telefonia,
televisione ed Internet - varrà 4 miliardi di dollari e che la crescita sarà
esponenziale nei primi 10 anni di operatività [3].
Le tecnologie di trasmissione satellitare attualmente in fase
di sperimentazione manifestano grosse potenzialità. Le reti satellitari di telecomunicazioni
sembrerebbero in grado, in prospettiva, di offrire all’utente la possibilità
di comunicare con un qualsiasi abbonato della rete. Tali infrastrutture potrebbero
diventare in un prossimo futuro, se non proprio concorrenti di quelle tradizionali,
sicuramente complementari in grado di offrire, da e per qualsiasi parte del
mondo, anche la trasmissione di dati.
L’avvento della multimedialità distribuita permetterà, quindi,
la diffusione di informazioni multimediali in modo interattivo e delocalizzato;
il futuro potrebbe, perciò, ricordare Internet come uno dei grandi passi che
gli strumenti di espressione hanno compiuto insieme all’invenzione dell’alfabeto,
della stampa, del cinema, della televisione.
Internet, secondo un’affascinante ipotesi figurativa, viene
rappresentata come un unico, grande CD-Rom sparso nel mondo per cui le nuove
reti rappresenteranno il tessuto connettivo, che raggrupperà i futuri archivi
multimediali in un’unica biblioteca virtuale, a disposizione di tutti, linfa
vitale della futura informazione.
Tutto ciò, dopo i grandi processi di riconversione industriale
e di ristrutturazione ad alto contenuto tecnologico innovativo avvenuti nel
corso degli anni ‘80, apre nuove possibilità di sviluppo ed evoluzione del sistema
azienda [4].
Tuttavia il quadro che si sta delineando dell’evoluzione dell’impresa
di comunicazione non fa ben sperare: si assiste infatti ad una totale finanziarizzazione,
ad una concentrazione multimediale ed ad un grande processo di disarticolazione
e ricomposizione del processo produttivo. Da un lato viene disarticolata l’organizzazione
del lavoro e con essa la capacità di controllo e di contrattazione da parte
dei lavoratori e delle loro organizzazioni, dall’altro aumenta il controllo
ed il potere aziendale sull’organizzazione, sul processo produttivo e sul prodotto.
L’attuale globalizzazione dei mercati e la competitività totale,
insieme con i processi di riorganizzazione tecnologica e i limiti dello sviluppo,
ha eliminato il circolo virtuoso che legava l’occupazione allo sviluppo. Nella
società attuale la scelta del mercato come regola unica porta solo all’abbattimento
dello stato come luogo di convivenza e rende totalmente libera e priva di responsabilità
sociali l’impresa finanziarizzata e senza vincoli territoriali. Lo Stato, che
si definiva sovrano, viene sostituito dal mercato finanziario che non riconosce
poteri sovrani. I valori della società nazionali, la sua cultura, sono sostituiti
dai valori del mercato e lo stesso accade per le imprese che producono informazione
e cultura. I processi di ristrutturazione, la disarticolazione produttiva, l’uso
delle sinergie nei grandi gruppi, il proliferare dei services, sono le risposte
alla logica della competitività che, in questo modo, prescinde totalmente dalla
qualità del prodotto.
E’ quindi determinante porre al centro dell’attenzione il modo,
e non solo la rapidità, con cui le nuove tecnologie cambiano i modelli organizzativi
e le conseguenze che questo fenomeno induce concretamente negli operatori che
producono la merce “informazione”.
Bisogna indagare e capire come incidono tutte queste mutazioni
professionali, culturali e sociali sul modo di lavorare e quindi anche sul prodotto
nella nuova società multimediale, e come si pongono le organizzazioni dei lavoratori
di fronte a questo scenario.
Occorre a questo proposito ricordare come la totale “deregulation”,
che ha caratterizzato la nascita e lo sviluppo del settore informatico, abbia
portato alla creazione di un monopolio tecnologico/comunicativo nelle mani di
una singola azienda (la Microsoft controlla l’80% del mercato dei sistemi operativi).
Se viene lasciata al solo mercato la realizzazione della rete telematica, rete
che sarà uno dei principali veicoli delle produzioni editoriali del prossimo
secolo, si rischia di tagliare fuori molta parte del nostro paese e si condanna
l’industria culturale a rifornire un bacino di utenti forse più stretto di quello
rappresentato oggi dagli attuali lettori di libri tradizionali.
Una delle modalità più rilevanti di diffusione nell’uso di
nuove tecnologie sta oggi nel loro perfezionamento attraverso l’applicazione
a problemi e bisogni specifici. La sfida centrale del settore informatico è
proprio quello di riempire lo spazio fra le potenzialità della tecnologia e
le applicazioni concretamente utilizzate.
Così mentre l’interattività costituisce un caposaldo nella
trasformazione in atto nel campo della comunicazione, l’informazione diventa
una risorsa centrale sia per il fatto di allargare il suo confine aziendale
al contesto economico e sociale sia poiché è dal suo razionale sviluppo che
si ricreano nuovi e continui flussi informativi.
Quello che sembra necessario è perciò anche la ridefinizione
di un vero e proprio diritto costituzionale a comunicare: perché la tutela della
pluralità delle fonti oltre ad essere un diritto inalienabile è anche una necessità
intrinseca dello sviluppo multimediale.
[1] Censis,
“29° Rapporto sulla situazione sociale del Paese - 1995”, Roma, 1996.
[2] Mario Cianflone, “Donofrio: Il web cambierà la società”, Il
Sole 24 ore, 14 maggio 1999.
[3] A. Plateroti, “Microsoft,
intesa sul filo con AT&T”, Il Sole 24 Ore, 7 maggio 1999.
[4] Luciano Vasapollo, “Nuove frontiere del capitale intangibile come risorsa
strategica per il management aziendale del 2000”, International Review of Sociology,
n. 1/1994.